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fabio miani

…VIETATO FERMARSI!

È finalemnte disponibile in tutti i digital store il nuovissimo EP "#vietatoFermarsi" con cinque nuove canzoni tra cui la stessa Fuego, la title track, e la versione acustica de “Gli occhi di Diabolik” nata dalla collaborazione artistica con Alessandro Baggi.  L’EP è stato stampato anche in supporto fisico su CD, che potrete trovare in occasione della presentazione ufficiale e ai concerti di Fabio.

Dice Fabio...

(interviste, frammenti, storie, pensieri sparsi)

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Una storia on the road di Fabio Miani

Caldo venerdì di settembre. Partii in anticipo per evitare il traffico della Milano del nuovo millennio. Basso e amplificatore nei sedili posteriori della mia macchina arancione.
C'era poco da stare allegri. La serata, una marchetta in trio, era organizzata da Frank un tipo sui quarant'anni o giù di lì.
Suonava da una vita, almeno così diceva, si riteneva un musicista di alto livello. Si era messo in testa di passare alla musica dal vivo, dopo anni di pianobar con le basi musicali.
In quel periodo iniziò a proporsi in trio, lui come voce e chitarra, ingaggiando bassista e batterista. Tutti quelli che avevano la sventura di suonarci, posto che non fossero più scarsi di lui, scappavano dopo al massimo due o tre serate.
Ero arrivato a Milano da pochi mesi, avevo dovuto ricominciare tutto da capo. Per il momento non avevo altro.
Il locale era un posto di pazzi detto "il bar degli artisti". Il “bar degli artisti” avrebbe voluto rievocare certe atmosfere parigine, ma non ci andava vicino nemmeno quando ci suonavano il jazz.

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Treviso - Corfu - 1997 di Fabio Miani

Nel ’97 il rock era ancora in qualche modo protagonista. Sulla scia del grunge nascevano nuove interessanti realtà. John Fogerty era ormai ritornato in piena attività, Bruce Springsteen aveva messo in chiaro parecchie cose con “The ghost of Tom Joad”, John Mellencamp e Tom Petty passavano su un’antica MTV che continuava con i suoi Unplugged, gli U2 voltavano pagina con la sperimentazione elettronica, i Ramones si erano sciolti da poco. Dalle nostre parti i Litfiba spaccavano il mezzo milione di copie vendute con “Mondi sommersi” e mentre i veri fans di Lucio Battisti pativano l’illusoria attesa di una sua nuova follia, Fabrizio de Andrè portava in tour “Anime Salve”.
Io a marzo ero andato a vederlo al Palaverde di Villorba con la mia ex.
La mia Fender Telecaster aveva due anni, pochi graffi, e già decine di date macinate nei locali della zona.

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Una storia di Fabio Miani

Arrivarono le vacanze estive. Avevo salvato l’anno scolastico per un pelo e i cellulari erano roba per pochissimi. Tanti nemmeno sapevano cosa fossero, io ero tra quelli. Avevo uno scooter, un cinquantino mono marcia bianco e viola, scattante e ancora messo bene, che spinto a manetta toccava gli ottanta all’ora. Lo stavo osservando seduto sotto al porticato del giardino di casa, poco dopo le otto di un mattino particolarmente caldo. Raccontava mia madre che negli anni ’70 mio padre era andato a trovarla in Vespa, su in Asiago. Mia madre è di Asiago. Io da bambino ci avevo passato parecchie estati. Dai nonni, e dalle mie due zie. Decisi di andarci quel mattino. Non mi sembrava distante. C’ero sempre andato in macchina con i miei e fino a Bassano del Grappa mi ricordavo approssimativamente il percorso. Dopodichè confidavo nella segnaletica. Non è difficile, pensai. Non lo fu, in effetti.

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